Come il cielo stellato in terra
È necessario uccidere il Toro, così da infiammare Colui che protegge dalla morte a venirci accanto[…] (Libro Persiano della Creazione).
Noto in Asia e in tutta Europa con i nomi Mithra, Mitra, Meitros, Mihr, Mehr, Meher (che pare verosimilmente significhi contratto, patto, accordo, giuramento, amicizia, alleanza …), ebbe inizio in Anatolia (odierna Turchia asiatica) sin dall’Età del Bronzo (ca. quattromila anni fa). Diffuso successivamente in Persia, nella seconda metà del I sec. d.C. arrivò anche a Roma fino a diffondersi in tutto l’Impero (soprattutto nella capitale e ad Ostia) e lungo tutto l’arco del limes che separava il suo territorio da quello abitato e percorso dai barbari.
Per oltre trecento anni buona parte dell’Impero Romano ha venerato il dio Mithra e il suo mistero che sembra siano stati introdotti nel mondo greco-romano dai pirati di Cilicia (l’attuale Turchia), deportati da Pompeo nel 67 a.C. in Grecia ove, però, questo culto ha lasciato scarse testimonianze (secondo altre fonti, invece, le differenze con il culti del dio di origine orientale sono tante e tali da far pensare che il culto di Mithra sia stato creato dal nulla proprio nella Città Eterna). Piuttosto numerose ed evidenti sono le tracce superstiti nella penisola italica dove questo culto si affermò già dalla fine del I sec. d.C. . Attraverso le guarnigioni militari e agli schiavi, si diffuse poi molto rapidamente nelle province nordiche di Mesia (Serbia e Bulgaria), Dacia (Ungheria), Pannonia (Croazia, Slovenia), Germania, Britannia (Gran Bretagna), ma anche in Armenia, Siria, Israele e Africa del Nord.
La notorietà ed il fascino del mithraismo (quale somma forma di raffinato culto precristiano), furono finanche argomento di discussione da parte dello storico greco Erodoto, del biografo Plutarco, del filosofo neoplatonico Porfirio e di San Gerolamo (conosciuto come il padre e dottore della Chiesa).
In ogni modo, secondo la mitologia persiana, Mithra nacque da una vergine chiamata Madre di Dio, restava celibe per tutta la vita e predicava tra i suoi discepoli il controllo di sé, la rinuncia e l’astinenza dalla sessualità.
Esso simboleggiava inoltre:
- un sistema etico in cui la Fratellanza ne sosteneva tutto l’impalcato al fine di creare un unico blocco contro le forze del male;
- la Luce del Mondo come simbolo di Verità, Giustizia e Lealtà, insieme;
- il tramite Cielo/Terra.Per i devoti Mithra avrebbe quindi garantito la Somma Giustizia, l’Immortalità e la Salvezza eterna nel mondo a venire dove la Luce avrebbe trionfato sulle tenebre.Seppure esistono due differenti leggende riguardo alla nascita di questa divinità, esse sono accomunate dalla scelta di incarnarsi per sconfiggere il male per salvare il genere umano. Infatti mentre la prima leggenda narra che Mithra sarebbe nato dalla pietra (dalla quale sarebbe emerso armato di una daga nella mano destra e una fiaccola nella sinistra), la seconda, invece, racconta di come il dio decide di venire al mondo incarnandosi nel ventre di una vergine (vedendo la luce in una grotta). I festeggiamenti per la sua nascita avvenivano il 25 Dicembre (la Chiesa ha accettato solo nel IV sec., nel 335 d.C. ca. , tale data come effettiva data di nascita di Cristo) e, sempre secondo la leggenda, Mithra avrebbe abbandonato il mondo terreno per tornare al Cielo 33 anni dopo.
A prescindere dalla nascita, la vita di Mithra è stata una vita eroica perché, dopo aver vinto il Sole, si accorda con esso (a simbolo di ciò riceve infatti in dono la corona luminosa spesso rappresentata nell’iconografia), cattura un Toro e, trascinatolo nella sua grotta, supera tutte le forze del male.
È proprio il sacrificio del Toro il momento centrale del rito mithraico. È proprio la morte del Toro che promuove la vita e la fecondità dell’Universo.
L’iconografia di tale evento era posta sempre ad una estremità dell’antro, solitamente di forma allungata e con due lunghi banconi ai lati, in cui venivano celebrati i sacrifici rituali ed i banchetti cultuali.
Oltre al dio (e al Toro), nella tauroctonia erano sempre presenti delle figure simboliche ben precise: un cane ed un serpente che bevevano il sangue del Toro; uno scorpione che lo pungeva ai testicoli; delle spighe di grano che germogliavano dalla coda dell’animale morente; un corvo.
Il loro significato è incerto, tuttavia secondo la leggenda:
- lo scorpione ed il serpente sono viste come simbolo delle forze del male (inviate dal dio maligno Ahriman) che tentano di impedire al sangue ed al seme del Toro di raggiungere e fecondare la Terra;
- il cane dal sangue del Toro, invece, ne trae forza;
- le spighe simboleggiano la forza vitale che si libera dal Toro morente a favore delle piante verdi;
- il corvo, infine, rappresenta il messaggero divino, il contatto tra Mithra ed il Sole.Una interpretazione molto diffusa e suggestiva lega i vari animali alla rappresentazione astronomica e astrologica del cielo (e delle costellazioni), mentre l’uccisione del Toro e la presenza del Sole fanno pensare ad un occulto rito che alluda al meccanismo di precessione degli equinozi.
Nell’iconografia Mithra è frequentemente associato anche a Veruna, insieme al quale personifica i due aspetti del cielo (diurno e notturno), nonché l’Ordine Cosmico e umano: Varuna punisce i malvagi e i trasgressori, mentre Mithra è protettore della giustizia e dei patti, del bestiame e degli uomini….. degli uomini giusti.
Il carattere cosmico di Mithra è sottolineato poi dalla costante presenza al suo fianco dei due dadofori, Cautes e Cautopates (affini al dio), insieme al quale costituiscono una sorta di trinità che rappresenta il corso della giornata, rispettivamente: il Sole dell’aurora, del mezzogiorno e del tramonto (inteso come ciclo vitale essa rappresenta invece il calore luminoso della vita e il freddo gelido della morte). Al termine della sua opera, con l’aiuto del Sole, Mithra sarebbe salito al Cielo, da dove continuerebbe a proteggere gli esseri umani.
Probabilmente in ricordo della grotta in cui la divinità sarebbe nata e/o vissuta, i templi (mitrei) in cui venivano officiati i suoi riti, erano sotterranei (malgrado Mithra fosse una divinità solare). Ciò potrebbe apparire se non altro incoerente, ma pare fu Zoroastro (il grande precursore del dualismo gnostico che insegnava agli uomini il cammino di ritorno all’Uomo Celeste Divino, vittorioso sulla propria natura umana terreste) ad iniziare questa tradizione per la quale l’antro riproduceva simbolicamente l’Universo, e gli oggetti, che in questo trovavano spazio, gli elementi e le parti che lo costituiscono.
Purtroppo si sa poco delle cerimonie, delle simbologie e delle speculazioni cosmo/astrologiche della religione mithraica. Tuttavia da alcuni dipinti ritrovati in vari mitrei (sebbene gli esempi di mitrei contenenti dipinti sono piuttosto rari e più spesso sono presenti sculture o bassorilievi), appare probabile che, durante le liturgie, i fedeli portassero delle maschere che ne mettevano in mostra il livello di iniziazione raggiunto. È noto che la vittoria sul Toro selvaggio interpreta la vittoria dell’Ordine sul caos e sulla barbarie. Il culmine del cerimoniale era un banchetto a base di pane (prodotto dal grano che nasce dal midollo del Toro) ed acqua (e/o forse vino, prodotto dall’uva, cioè dal sangue del Toro). Sembra, inoltre, che esistesse una sorta di percorso di redenzione attraverso sette porte (non necessariamente da intendersi fisicamente), una per ciascun livello di iniziazione, una per ciascun circolo celeste allora noto (Mercurio, Venere, Luna, Sole, Marte, Giove e Saturno), verosimilmente rappresentate dalle icone dei sette simboli di Iniziazione.
Esistevano, quindi, sette gradi iniziatici (come ad Eleusi) che permettevano all’Iniziando di passare tra i sette corpi celesti, assicurando l’inversione della discesa (quindi…., l’ascesa) dell’Anima umana nel mondo al momento della nascita.
I gradi iniziatici erano pertanto i seguenti:
1) Iniziazione Corvo: è il primo grado iniziatico che simboleggia la morte dell’Iniziando (nella Persia antica era abitudine esporre i cadaveri sulle torri funerarie perché fossero mangiati dai corvi) che spiritualmente rinasce. Rinato, all’Iniziando viene assegnato un mantra da ripetere mentre i suoi peccati venivano lavati con una sorta di rito battesimale celebrato con l’acqua (o, verosimilmente, attraverso un’abluzione nel sangue del Toro sacrificato che, in alcuni mitrei, veniva raccolto in una cella chiamata fossa sanguinis ubicata al di sotto della sala principale e collegata ad essa tramite un sistema di tubature). Adesso l’Iniziando si apre a una nuova esperienza, a una nuova dimensione, quella della Luce, sotto la protezione di Mercurio.
2) Iniziazione Nymphus (Crisalide): è’ il secondo grado iniziatico e, così come dalle larve nascono le farfalle, ora l’Iniziando può vedere oltre il proprio guscio e finalmente libero librarsi verso la Luce della Verità. Promesso al culto di Mithra, diviene suo sposo (amante) offrendo alla statua che lo rappresenta, un calice d’acqua (il calice simboleggia il suo cuore ri-nato e l’acqua l’amore in esso contenuto). Il grado della Crisalide è sotto la protezione di Venere.
3) Iniziazione Miles (Soldato): è il terzo grado iniziatico, quello che simboleggia la battaglia. L’Iniziando doveva inginocchiarsi (in segno di ri-conoscimento e sottomissione all’Autorità) e spogliato (simbolo della rinuncia della vecchia esistenza) veniva bendato e le sue mani legate.
Gli veniva quindi offerta una corona sulla punta di una lancia (…) e ormai libero dalle corde (a rappresentare la liberazione dalla materialità del mondo) e dalla benda, l’Iniziando, col dono della Luce, rimuove la corona dalla propria testa mettendola sulla spalla (a simboleggiare la rimozione della ragione) permettendo a Mithra di essere sola ed unica guida. Per l’Iniziando, ora sotto la protezione di Marte, cominciava la vera battaglia contro il suo vero nemico (il suo essere basso).
4) Iniziazione Leo (Leone): sotto la protezione di Giove, è il quarto grado iniziatico, il gradino per entrare nella porta Celeste, nella dimensione di Pura Luce per mezzo della quale all’Iniziato, dopo aver dimostrato forza e vigore interiore, si apre una nuova visione del mondo. Da questo grado in poi, gli Iniziati partecipavano alla comunione, al banchetto rituale con acqua, vino e pane, che simboleggiava l’ultima cena di Mithra con i suoi compagni/fratelli, prima della sua ascesa al Cielo sul carro di Sole.
5) Iniziazione Perses (Persiano): è il quinto grado iniziatico. Il rappresentante del Persiano è Cautopates, il pastore con la torcia abbassata. E’ il grado che sottende al ruolo di Custos Messium (Custode delle Messi, la costellazione che si trova tra Cassiopea ed il Polo Nord Celeste, vicino a quella della Renna) delle grotte mithraiche. L’Iniziato era purificato con il miele, perché era sotto la protezione della Luna (il miele è verosimilmente associato con la purezza e la fertilità della Luna che in Iran antico era considerata la fonte del miele …., da qui l’espressione luna di miele che non significa solo il mese dopo il matrimonio, ma bensì la continuazione dell’amore e della fertilità nella vita matrimoniale). Il grado del Perses è sotto la protezione di Luna.
6) Iniziazione Heliodromo: è il sesto grado iniziatico. Il rappresentante dell’Heliodromoè Cautes, che solleva la torcia e preannuncia il sorgere del Sole. Simboleggia il levar del Sole e il viaggio quotidiano del dio attorno alla Terra. Nel grado di Heliodromus (letteralmente Camminatore del Sole) sotto il Sole, l’Iniziato imita il Sole al banchetto rituale, sedendosi accanto a Mithra (il Padre), di rosso vestito (come il Sole, il fuoco, il sangue della vita).
7) Iniziazione Pater: è il settimo e il più alto grado iniziatico, quello che simboleggia il Tempo dell’Oro, l’Età Aurea (il poeta greco Esiodo tra il VIII e il VII secolo a.C., narra dell’esistenza di una mitica Età dell’Oro, posta all’inizio dei tempi, quando gli uomini, commensali degli dèi, vivevano in pace, liberi da ogni fatica e al riparo da ogni pericolo, nutriti dalla generosa Terra che procurava loro ciò di cui avevano bisogno). Questi era il rappresentante di Mithra sulla Terra, la personificazione della Luce che fungeva da guida (nell’iconografia è spesso rappresentato con un bastone, simbolo del suo carico spirituale). Il grado del Pater è sotto la protezione di Saturno.Il culto di Mithra fu professato in grotte naturali spesso vicino ad una fonte d’acqua, storicamente legata alla figura femminile, alla donna sorgente di vita per eccellenza, ma anche liquido amniotico (il pozzo d’acqua come grembo materno). Nell’antico Egitto l’acqua assumeva un significato particolare; le sue capacità agricole dipendevano dalla regolarità delle piene del Nilo. Tutto dipendeva dall’acqua. (non a caso tutte le grandi civiltà si sono sviluppate intorno a corsi d’acqua: il Nilo, il Tevere, il fiume Giallo, il Tigre e l’Eufrate, l’Indo etc.). Nell’antica Mesopotamia, poi, una divinità dell’oltretomba chiamata Enki, riempiva di acqua le vasche dei primi templi affinché semidei (in forma di pesce) potessero donarla agli uomini. Anche i fedeli dell’antica Persia la raccoglievano in anfore e versavano libagioni in coppe predisposte di fronte agli altari. In queste antiche cerimonie religiose, la vasca e il bacile, l’anfora e la coppa rappresentavano, appunto, la creazione della vita. In grotte naturali oppure in piccoli santuari, i mithrei (accessibili solo agli uomini), erano costituiti da un vestibolo, dal quale si accedeva al santuario nel quale trovavano posto dei banchi (disposti lungo le pareti laterali) sui quali sedevano gli Iniziati durante le cerimonie segrete ed il banchetto sacro. Il Pater, invece, sedeva su un apposito seggio/trono. L’ambiente si concludeva in una nicchia (o spesso in un’abside) che ne interpretava la parte più importante, poiché, come la volta del santuario, simboleggiava il firmamento e accoglieva il rilievo con la raffigurazione di Mithra che uccide il Toro.
e.m.
Fonti:Roma Mitraica di C. Pavia – Lorenzetti ed. 1986; I Misteri di R. Pettazzoni – Saggio di una teoria storico-religiosa, Cosenza ed.1997; Vol. VI Atopon – Il Titraismo – L’ultima religione di una società di maschere di G. Lampis; Roma sotterranea di R. Luciani – Palombi ed. 1984; Il Mitraismo un codice cosmologico di A. Economo da MIZAR La scienza del mistero anno IV 02-03.